#25novembre #Noexcuse #violenzasulledonne- Alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si celebra il #25novembre, il Senato ha approvato il D.d.l. S 923 recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”.
Una manovra che appare alquanto promozionale che scaturisce dall’ondata emotiva degli ultimi fatti di cronaca con il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin che ha fatto sì di trovare ampio consenso bipartisan al Senato. Bene al rafforzamento della protezione delle vittime di violenza, al potenziamento delle misure cautelari, all’anticipazione della tutela penale e certezza dei tempi dei procedimenti relativi a reati di violenza di genere o domestica.
Resta il punto interrogativo sui disegni di legge da mettere in campo per la prevenzione come il progetto “Educare alle relazioni” destinato ai giovani studenti degli Istituti superiori secondari. L’obiettivo è d’informare i ragazzi sulle conseguenze penali che comportamenti impropri possono generare, affrontare con loro il tema del maschilisimo, della violenza psicologica e anche fisica nei confronti del genere femminile. Commenta Garbriella Caramanica, Segretario Nazionale Rivoluzione Ecologica Animalista_REA.
Piuttosto, sarebbe utile una formazione umanitaria dei ragazzi, puntando a un sistema scolastico che si basi sul rispetto delle istituzioni, a cominciare dal rispettare il corpo insegnanti.
La società deve educare i giovani, non intimorirli con le leggi oppure cercando di convincerli che hanno dei problemi offrendo sostegno psicologico o fornendo psicofarmaci, aumentando un clima di odio che mette in opposizione e contrappone il genere maschile al femminile.
E’ pura ipocrisia da parte dei politici sostenere programmi educativi se poi il sistema propone modelli di violenza: dalla musica Trap, alla Tv e serie televisive con scene di violenza sessuale e depravazione, passando per i media, fino allo stesso linguaggio politico.
Il rispetto alle donne è dovuto- rimarca il Segretario Nazionale REA- Tuttavia più che creare puro allarmismo- con il rischio di provocare e diffondere odio ed emulazione- sarebbe il caso d’imparare ad interpretare meglio i dati.
Secondo i dati Istat infatti, tra i moventi degli omicidi in Italia vi sono “lite, futili motivi, rancori personali” (45,9%) di cui sono vittime entrambi i sessi (47,3% per gli uomini e 43,7% per le donne). Mentre all’11,6% figurano i “motivi passionali” dove emerge una distinzione per generi per cui 20,2% per le donne e solo 6,0% per gli uomini.
Non si tratta solo di educare il genere maschile quanto invece insegnare modelli di “educazione” relazionale in tutti gli ambiti e non limitati alla coppia. Riportare i valori della famiglia, del rispetto per la vita e di tutti gli esseri viventi, inclusi animali e natura, alla loro centralità. Solo in questo modo, in un approccio umanistico possiamo pensare di invertire la rotta e dare risorse alle future generazioni.