Puglia, BoscoArneo: sacrificati 200 ettari di Riserva naturale per favorire gli interessi delle multinazionali
A questi si aggiungono 351 ettari di esproprio di terreni a 134 privati perlopiù aziende agricole per compensare il danno ambientale.
Oltre al danno anche la beffa. Diciamolo chiaramente quando ci sono grossi interessi economici non valgono né le Direttive Habitat Europee, né la Costituzione. Inutile allora parlare di ambiente, clima, consumo del suolo, inquinamento o cementificazione, per cui la stessa Regione Puglia si classifica tra le regioni italiane che, secondo l’ultimo rapporto ISPRA, è al terzo posto per consumo di suolo.
“Il sacrificio del Bosco dell’Arneo è la triste favola di come le amministrazioni italiane svendono i nostri beni comuni e patrimoni naturali alle multinazionali”, dichiara Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale del Partito Rivoluzione Ecologista Animalista.
“Ci chiediamo quale sia l’interesse pubblico così rilevante tanto da violare la normativa Habitat 2000, distruggendo parte della Riserva Naturale Orientata Regionale Palude del Conte e Duna Costiera, di elevato valore ecologico e di biodiversità- prosegue Caramanica- arrivando anche ad espropriare ben 134 proprietari, tra i quali aziende agricole, per includere 351 ettari in un piano di riforestazione, favorendo la multinazionale Porsche”.
Qui non si tratta di sviluppo regionale bensì di favorire un’azienda tedesca, una multinazionale che già gode di un esteso centro prove, il Nardò Technical Center che, a ridosso del bosco, si estende su 700 ettari tra piste, impianti, officine e uffici, che vuole ampliare con ulteriori piste di prova, un parcheggio, edifici tecnici e amministrativi, una mensa, un nuovo centro di logistica e manutenzione e una stazione di servizio. In cambio, l’azienda tedesca ha elaborato un piano compensativo, di “miglioramento ambientale”, con riforestazione nei terreni di privati e la creazione di un centro di elisoccorso attrezzato con eliporto e annesse strutture sanitarie e l’implementazione di un centro di sicurezza antincendi.
Peccato che il piano di riforestazione ricada sui cittadini e le loro aziende che dovrebbero essere tutelate e non distrutte e su un patrimonio naturale che vanta ben due siti di interesse comunitario (SIC): il SIC “Palude del Conte – Dune di Punta Prosciutto” e il SIC “Porto Cesareo”, fondamentali per la conservazione degli habitat naturali e delle specie animali e vegetali di interesse comunitario.
A cosa valgono i pareri del comitato di Valutazione di impatto ambientale- VIA e di Valutazione di incidenza- VINCA della Regione Puglia così come dello stesso Ufficio Parco del Comune di Porto Cesareo che hanno confermato gli “impatti negativi e significativi sull’ambiente” di questo ampliamento?