Lo scenario attuale mondiale e gli orientamenti del nostro Governo sono preoccupanti. Commenta Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale del Partito Politico Rivoluzione Ecologista Animalista- Rea. Prevalgono come sempre grossi interessi economico finanziari che vanificano le iniziative virtuose e le reali economie locali.
Negli ultimi anni stiamo assistendo allo scempio del nostro territorio che continua in maniera scellerata e incontrollata senza che i cittadini possano decidere sul destino di un patrimonio comune di cui lo Stato dovrebbe essere custode. Su tutta la penisola si è dato il via libera ad opere pubbliche inutili che deturpano e danneggiano gli ecosistemi provocando danni ambientali anche irreversibili, con concessioni di aree protette, riducendo l’habitat di molte specie, culle della biodiversità.
Gli ingenti fondi destinati alla green economy fanno gola a molti e sono sempre distribuiti in modo da favorire le grosse aziende. Non si può parlare di economie circolari laddove arrivano le multinazionali.
In questo panorama da far west è necessario tutelare le piccole medie imprese italiane; il nostro tessuto produttivo è fortemente minacciato da una politica europea che sta portando avanti un’Agenda 2030, che dovrebbe essere ridiscussa. Afferma il segretario nazionale.
La transizione digitale ed energetica non è green. Basti pensare all’estrazione delle materie prime, alla produzione e allo smaltimento successivo di batterie o dei pannelli fotovoltaici o all’energia necessaria per la digitalizzazione dei sistemi o alla produzione di nuove tecnologie.
Dov’è il green quando si mette il polistirolo, tra l’altro estremamente infiammabile e altamente inquinante, come cappotto termico alle case per la riqualificazione energetica di un’abitazione?
Dobbiamo valutare attentamente quale destino dare al nostro pianeta. Di quale ripresa sostenibile stiamo parlando?
Come partito politico attento alla difesa dell’ambiente e degli animali ma anche dei cittadini, non vediamo azioni reali per eliminare la plastica dai mari o dalla produzione della grossa distribuzione.
Come si può parlare di clima ed energia promuovendo città smart, resilienti e sostenibili se poi i nostri campi agricoli vengono svenduti ai migliori offerenti per installare distese di pannelli? Si chiede Caramanica.
Il contrasto all’inquinamento del suolo e dell’aria dovrebbe cominciare nell’accompagnare le aziende nelle loro produzioni, nell’utilizzo di fertilizzanti naturali o nelle bonifiche delle aree inquinate, non nel distruggere le attività produttive. Dobbiamo smetterla con gli specchi per le allodole.
I punti del programma dell’Agenda sono in totale contrasto tra loro. L’accelerazione della transizione energetica non può andare incontro alla ripresa sostenibile ed inclusiva. In questo modo, è semplicemente un ridistribuire le carte e favorire un sistema produttivo ultra tecnologico e discriminante, rispetto ad un altro. Il gioco delle tre carte, ingannando come sempre i cittadini. Il mio auspicio in vista della Giornata Mondiale della Terra è che gli italiani siano uniti nella difesa del nostro Belpaese, unico al mondo. Conclude il segretario Nazionale.