Vorremmo ricordare come alcune aree di Roma in prossimità del Tevere hanno subito allagamenti. Non possiamo dimenticare lo scandalo del Salaria Sport Village nel quale fu coinvolto tra l’altro anche l’ex Capo della protezione civile, facendo emergere la realtà ben nota dei cosiddetti “palazzinari” della Capitale. A questo si è aggiunta una vera e propria “cricca degli appalti” che aveva messo mani su numerose opere da realizzare alla luce dell’anno Giubilare del 2000, per i mondiali del nuoto o per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Sottolinea il segretario nazionale del partito politico REA, Gabriella Caramanica.
Consapevoli di questo fenomeno infiltrato e intessuto in quello che è il sistema romano della cantieristica è giusto esprimere perplessità rispetto al nuovo piano regolatore urbanistico discusso dalla Giunta Capitolina e sul quale alcune associazioni hanno già messo in luce delle criticità.
Non solo si prevedono nuove zone da edificare in prossimità del Tevere e dei suoi muraglioni, mettendo a repentaglio la tenuta stessa del terreno, da un punto di vista del rischio idrogeologico. La Capitale si prepara ad uno scempio senza precedenti avallando la possibilità di demolizione dei palazzi storici e medievali dei quali preservare solo le facciate come viene fatto nei paesi del nord europa con un risultato imbarazzante da un punto di vista estetico e una perdita di valore del patrimonio storico immobiliare.
Non possiamo accettare questa distruzione. La possibilità di modificare le destinazioni d’uso potrebbe ripercuotersi sulla carenza di servizi. Siamo sconcertati di fronte al via libera di aree che potranno ospitare grandi centri commerciali al centro storico.
Il degrado di Roma è solo al suo inizio. Sono mancate strategie politiche che in questi ultimi anni avrebbero dovuto sostenere le botteghe storiche e gli artigiani, il decoro pubblico ragionando sul preservare le atmosfere autentiche del centro storico. Siamo contrari a questa omologazione da fast food.
Emergono gravissime incompetenze degli amministratori che non hanno saputo delineare un piano che collegasse la Capitale alla provincia sviluppando un sistema di città satelliti per alleggerire la congestione spaziale di molte zone diventate “ghetti dormitorio”, mal servite dai mezzi pubblici e che oggi non garantiscono vivibilità e benessere psicofisico. Conclude il Segretario nazionale REA.