Basta discariche abusive, ripuliamo Ostia
Il litorale romano è un patrimonio inestimabile della città di Roma, vittima di un degrado crescente che minaccia l’immagine del territorio, la salute pubblica e l’ambiente. Purtroppo il recente articolo del Telegraph che ha classificato Ostia come una delle spiagge più brutte al mondo, riporta in primo piano la necessità e l’urgenza d’interventi strutturali e innovativi che rilanciano la località balneare romana. Commenta Gabriella Caramanica, Segretario del partito politico REA.
Un piano con il quale proiettare Ostia in una dimensione futura attraverso uno sviluppo sostenibile che garantisca vivibilità ai cittadini anche in un’ottica di sviluppo del turismo e del lavoro.
La stessa allarme erosione emersa in queste ultime settimane è solo l’ultimo episodio di un disinteresse progressivo da parte del Comune di Roma cha ha però deciso d’investire in un progetto di 24 milioni di euro per il Parco del mare che consiste in un restyling su un lungo tratto stradale mirato a ricostruire una duna marina per riconquistare nuovi spazi aperti naturali di uso pubblico con una ciclabile e un sentiero percorribile a piedi.
E’ evidente che il rilancio di Ostia deve invece puntare a riqualificare l’intera area. A partire dal miglioramento i servizi pubblici, rendendo più efficace i collegamenti con Roma per una mobilità sostenibile. Anziché sperperare i soldi per un tratto della metro C a piazza Venezia era meglio investire in alcune strutture più importanti per il litorale.
Una realtà complessa che richiede soluzioni integrate. Tra queste avviare uno studio di fattibilità e d’impatto ambientale per la creazione di una barriera frangionde con materiali innovativi per sfruttare il moto ondoso per la creazione di energia elettrica sostenibile.
Potenziare i controlli e il monitoraggio del territorio da parte delle forze dell’ordine, con particolare attenzione alle zone più a rischio come la storica pineta di Ostia. Puntare ad una riqualificazione urbana con un censimento e un recupero degli edifici abbandonati o posti sotto sequestro, creando aree e spazi pubblici con la creazione di attività per i cittadini anche favorendo un’economia locale circolare.
Una questione di priorità politiche che fino ad oggi non hanno dimostrato una visione a lungo termine per la gestione della costa. Eppure, il mare, la biodiversità marina e la nautica di diporto sono una risorsa per il turismo sostenibile e per combattere il degrado sociale e la forte disoccupazione. Conclude il segretario nazionale REA.