L’approvazione alla Camera del Decreto Sicurezza DL 1660 ora al vaglio del Senato sta continuando a sollevare numerose perplessità da parte di associazioni, sindacati e degli stessi giuristi. Alcuni punti introdotti nel DDL 1660, sono preoccupanti e minano la libertà di esprimere il proprio dissenso. Sottolinea il Segretario nazionale REA, Gabriella Caramanica.
L’aggravamento della pena a carico di coloro che protestano è triviale e lascia margine a forme di limitazione alle manifestazioni democratiche.
Una sostanziale deriva autoritaria tanto più se viene associata al precedente Decreto “rave” (DL 199/2022) e alle nuove aggravanti per i delitti di resistenza a pubblico ufficiale se il fatto è commesso al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica, contro la realizzazione di grandi opere come ad esempio per la TAV o i futuri cantieri sulle rinnovabili?
Auspichiamo che la Commissione affari costituzionali e giuridici in Senato valuti meglio la codificazione di nuovi reati, l’aumento delle pene anche nei riguardi dei detenuti che protestano così come l’articolo in cui viene introdotta la non obbligatorietà del differimento della pena per le donne incinte e le madri di bambini fino a un anno di età. Conclude il Segretario nazionale.