Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise- PNALM rende noto delle buone condizioni di salute in cui vertono i due giovani cuccioli di Amarena, grazie ad un recente avvistamento. Si apprende che i due giovani orsi di 10 mesi, restando uniti, si fanno forza nella gestione delle attività quotidiane e questo fa ben sperare per la loro sopravvivenza.
Il PNALM “in vista dell’apertura della caccia al cinghiale, ha chiesto ai competenti uffici della Regione Abruzzo e all’ATC di Avezzano di non riaprire l’attività venatoria nelle aree frequentate dai giovani orsi, per evitare ulteriori disturbi e per permettere loro di continuare a svolgere le loro attività in vista dell’ibernazione”.
Dal calendario dell’attività venatoria dell’Abruzzo, infatti, nelle aree naturalistiche protette dove è registrata la presenza dell’orso bruno marsicano, la caccia al cinghiale dovrebbe aprirsi nel mese di novembre.
I cuccioli potrebbero spaventarsi e di nuovo separarsi oppure, come di frequente è accaduto in altre circostanze, potrebbero rimanere vittime di bracconieri o di incidenti di caccia,essendo facilmente scambiati per cinghiali.
Orso bruno specie protette
La specie Ursus arctos marsicanus, sottospecie endemica italiana dell’Appennino Centrale così come l’orso bruno del Trentino Ursus arctos – reintrodotto nel Parco del Brenta con il progetto LIFE Ursus nel 1996- sono classificate in pericolo critico di estinzione nella Lista Rossa IUCN e dalla Legge nazionale 157/92 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio” come specie particolarmente protetta, per cui dovrebbero godere entrambi le specie del massimo grado di protezione.
Auspichiamo nel buon senso della Regione Abruzzo e l’ATC di Avezzano, considerando i precedenti drammatici dell’uccisione di Amarena e le perdite di esemplari, vittime di incidenti stradali sempre più frequenti sul territorio. Possiamo solo immaginare qualora accadesse un episodio del genere le conseguenze e le ripercussioni mediatiche.
Stessa attenzione nei riguardi dell’orso bruno in Trentino dove recentemente l’Ispra ha dato parere favorevole all’ipotesi di abbattimento di otto esemplari di grandi carnivori all’anno per tre anni. Un parere tecnico sul quale si è basato il neoeletto presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti per una modifica della Legge provinciale, con l’ok del Governo.
E’ quindi necessario accendere i riflettori sul monitoraggio di queste specie e sulla loro gestione nei territori dove sussiste la convivenza uomo-orso e nelle aree naturalistiche tra le quali aree protette dove è evidente che la caccia non dovrebbe essere consentita o quanto meno essere adeguata alla fauna selvatica del territorio anche alla luce del nuovo fenomeno dei cambiamenti climatici per cui gli animali possono ritardare il letargo. Al contempo, gli enti preposti dovrebbero garantire maggiore sicurezza e controlli sulla sentieristica per tutelare gli avventati escursionisti o cacciatori di funghi.
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