Da anni ormai si parla solo dell’inasprimento delle pene art. 544 ter Codice Penale. Ad ogni cambio di Governo, torna il tema delle sanzioni per far leva sulla coscienza dei cittadini e la loro sensibilità. Il tema della Tutela del Benessere degli animali è un settore molto più amplio, complesso e articolato che richiede la presenza e l’azione di un partito vero e proprio con esperti in materia. Dichiara Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale Rivoluzione Ecologista Animalista- REA.
La tutela degli animali spazia dagli animali domestici d’affezione, al sistema degli allevamenti, sfruttamento degli animali per lo spettacolo, al settore dell’ippica fino alla fauna selvatica. Argomenti da affrontare in maniera risolutiva, afferma il Segretario Nazionale REA.
Temi come l’anagrafe canina, i costi dei farmaci veterinari, pronto soccorso pubblico per animali, agevolazioni per le cure degli animali in base alle fasce di reddito o agevolazioni fiscali per i cittadini. Per non parlare di controlli sulla gestione del randagismo, i fondi destinati ai Comuni anche per i canili e in tal senso verifiche e controlli delle associazioni di volontariato, considerando il business degli animali.
Un ambito nel quale sono drammatici i numeri collegati al traffico degli animali, le zoomafie collegate ad attività illecite come combattimenti di animali, il traffico di cuccioli o della fauna selvatica, per cui sono importanti i Centri CRAS sui territori, ormai dimenticati dalle istituzioni. Ciò significa anche un controllo serio e strutturato delle attività venatorie o del bracconaggio lasciato ai poteri delle Regioni eppure centrale per la tutela della biodiversità e preservazione degli ecosistemi.
Non si può solo affrontare l’argomento “maltrattamento” se neanche vengono applicate le leggi o riservati fondi mirati alla tutela degli animali. L’annuncio di una linea bipartisan sull’inasprimento delle pene per maltrattamenti di animali, appare come uno slogan pari alle tante promesse lanciate nel passato, chiosa Caramanica. Campagne elettorali per prendere consenso e voti. Le norme sugli animali debbono essere stilate da animalisti competenti non dai burocrati della poltrona.
A cosa serve l’inasprimento delle pene per maltrattamenti se le stesse Istituzioni sono le prime a non rispettare la L281/91, la Legge 201/2010 “Convenzione del Consiglio d’Europa del 1987, per la protezione degli animali da compagnia” per cui è sempre possibile applicare deroghe regionali e delegare a competenze comunali come recentemente registrato nelle recenti modifiche alla legge sulla Fauna Selvatica, Decreto del 13 giugno 2023, “Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, in attuazione alle recenti modifiche alla legge 157/92 (art. 19-ter)”.
E’ fondamentale un vero Partito Animalista come “Rivoluzione Ecologista Animalista- REA” sottolinea il Segretario Nazionale REA che si occupi della materia di tutela degli animali, con le competenze specifiche. Possiamo solo immaginare nei tribunali come il 90% dei magistrati preferisca non affrontare la materia.
Si pensi al servizio S.O.S. Animali che venne sbandierato dall’On. Salvini, in tempi non sospetti senza neanche strutturare a livello nazionale, regionale o comunale il servizio così come la stessa anagrafe che attualmente è solo regionale. Per cui se viene perso un animale in Piemonte ed è stato registrato in Basilicata, sarà molto difficile risalire al proprietario.
Tra gli altri casi, la gestione dei fondi destinati al randagismo con un sistema di appalti, aprendo le porte al clientelismo. Situazioni paradossali come il caso registrato a Pomezia dove il Comune ha deciso di dirottare i fondi destinati alla costruzione del nuovo canile per realizzare altre opere pubbliche.
Gli animali non passano in secondo piano. Non si tratta di indire un bando per appaltare un servizio o apportare modifiche alle leggi senza rivedere l’intero funzionamento del sistema. E’ necessario ripartire dai meccanismi di tutela e benessere degli animali. Le leggi sono un ginepraio: “Fatta la legge trovato l’inganno”. La burocrazia uccide gli animali.
La protezione dell’ambiente e degli ecosistemi sono diventati da quasi due anni principi fondamentali della Repubblica. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale, ricorda Caramanica, sottolineando che le regioni e le province non ne possono disporre a loro piacimento con deroghe. La tutela degli animali e benessere degli animali, biodiversità e fauna selvatica sono un bene comune, conclude il Segretario Nazionale, per cui è necessaria la formazione del personale e un sistema educativo che ne insegni il rispetto.